Morto Akira Toriyama, il fumettista giapponese creatore di Dragon Ball


È morto all’età di 68 anni Akira Toriyama, maestro del fumetto giapponese, creatore di Dragon Ball, manga e anime che ha avuto un enorme successo mondiale. Tra i suoi capolavori anche Dr Slump. Toriyama è deceduto a causa di un ematoma subdurale acuto alla testa, ha spiegato il suo team di produzione con un comunicato sul sito e su X. Immediato e sentito il tributo dei suoi fan, che stanno omaggiando il talento dell’artista con messaggi di ricordo e cordoglio.

Nato a Nagoya nel 1955, Akira Toriyama era conosciuto soprattutto per il manga “Dragon Ball”, creato nel 1984, che raccontava la vita e le avventure del prodigio delle arti marziali Son Goku, fin dalla sua infanzia. Il manga ha venduto almeno 260 milioni di copie in tutto il mondo, stando ai numeri del sito specializzato Mangazenkan. Ha dato origine a numerosi adattamenti per la televisione, il cinema e i videogiochi, e ha avuto numerosi sequel come Dragon Ball Z o più recentemente Dragon Ball Super.

 

Toriyama ha nutrito l’immaginario degli anni Ottanta e Novanta, aggiungendo ironia alle sue storie che intrecciavano tecnologia, super poteri e, soprattutto un’ironia bizzarra. Ancora prima di Dragon Ball, e del successo internazionale, è la serie “Dr Slump” (1980) a dargli la notorietà. Il manga racconta le avventure di uno scienziato scapolo (particolare non insignificante), Senbee Norimaki, alias Dr Slump (in inglese significa “crollo” a indicare un personaggio non esattamente nei canoni) un genio ultranerd che realizza invenzioni piuttosto bizzarre tra cui robot umanissimi come Arale che all’inizio doveva essere una semplice comparsa e che invece diventa la protagonista grazie alle sue peculiarità: è un androide ma soffre di una fortissima miopia (praticamente il suo punto debole), è gentile e innocente ma è dotata di una superforza che le permette di risolvere qualsiasi prepotenza. Sarà lei infatti anche la vera protagonista dell’anime tratto dai fumetti. Nel mondo del Dr Slump la convivenza tra forme ibride è la regola: non solo robot, ma anche animali antropomorfi e specie aliene che regaleranno i poteri al figlio dello scienziato, il piccolo Turbo, che subentra nella seconda parte della storia. Il cartone animato ha dato alla serie portata mondiale generando agli inizi sorpresa negli stessi giapponesi perché il tipo di umorismo tipicamente nipponico si pensava fosse diverso da ciò che veniva apprezzato in Occidente. Al contrario ha contribuito a creare un nuovo pubblico che, proprio come i giapponesi adorava il “kawaii”, ovvero tutto ciò che è “carino” il che, a volte, in Giappone, coincide decisamente con il bizzarro. Un esempio per tutti: l’adorabile cacca di color rosa che, secondo gi esegeti, ricorda una Big Babol. Non solo: Arale è in generale attratta irresistibilmente da ogni cacca che trova e le mostra con entusiasmo ai suoi sconcertati amici o, spesso, nemici. Questo umorismo scatologico, giocoso e scanzonato è chiaramente legato al mondo dei bambini ma contribuisce a creare un immaginario divertente che diventa un vero e proprio business attraverso il merchandising più assudo mai visto: cappellini con le alucce, tazze, t-shirt, action figures di Arale con la sorridente cacca rosa su un bastoncino e dei vari buffi personaggi che appaiono nelle varie puntate. Ma soprattutto diventa uno dei più grandi esempi del soft power giapponese in grado di conquistare la società occidentale, uno dei primi esempi di quella “manga invasion” che ancora oggi continua.

 

Ma il vero capolavoro di Toriyama resterà Dragon Ball. Ovvero la storia di Goku, ispirato decisamente molto liberamente a uno dei classici della letteratura cinese, Il viaggio in Occidente, meglio conosciuto in Italia come Lo Scimmiotto di Wu Ch’êng-ên (pubblicato in Italiua da Adelphi) di cui esiste anche una versione a fumetti del nostro Milo Manara. Interessante è il fatto che anche nel romanzo originale c’è una forte vena di comicità perché il protagonista della storia ha in sé una vena beffarda che lo lega a certi personaggi della versione di Toriyama. All’inizio Goku è soltanto un bambino con una forza soprannaturale, nonché una lunga coda di scimmia. Anche qui non manca la vena ironica: il maestro di Goku, Muten, infatti non è solo uno dei più potenti guerrieri di arti marziali al mondo, creatore della potentissima “onda Kamehameha”, ma è ossessionato dalle ragazze giovani e carine, che regolarmente gli procurano bernoccoli o altro in risposta ai suoi apprezzamenti. Proprio come il Dottor Slump, il genio o il maestro vengono mostrati in una parte della loro personalità decisamente umana e fallace. E questa vena satirica è, se leggiamo con attenzione, una critica feroce a un certo sistema giapponese. Proprio da questi piccoli (ma non tanto piccoli in realtà) particolari vediamo che Akira Toriyama si mostra, non solo geniale ma anche iconoclasta, soprattutto se pensiamo all’ingessatissima società giapponese e alla retorica che ha sempre fatto sui “maestri” in ogni campo.

Il nome della serie manga si deve alla ricerca delle “sfere del drago”: sette sfere arancioni sparse per il mondo che, qualora riunite in un solo punto, permettono di evocare un drago in grado di realizzare un desiderio. Da questo punto di vista questa prima parte ha sicuramente molte analogie con il viaggio in Occidente e nella mente di Toriyama la storia avrebbe dovuto concludersi una volta trovate tutte le sfere del drago ma invece alla fine del primo ciclo, Toriyama decide di riallacciarsi alle scene di lotta che già in Dr Slump erano state molto apprezzate dal pubblico, creando un grande torneo di arti marziali, il torneo Tenkaichi e da qui in poi la parte legata ai combattentimenti diventerà preponderante. Ispirato al kung fu, in particolare ai film di Jackie Chan prodotti a Hong Kong, il manga nasce nel 1984. Toriyama ne realizza ben 519 capitoli, raccolti in 42 volumi, pubblicati in Giappone tra il 1985 e il 1995 e in Italia per la prima volta dal 1995 al 1997 dalla Star Comics. Dal manga sono state tratte varie serie televisive: la prima, intitolata semplicemente Dragon Ball, è andata in onda dal 1986 al 1989, mentre la seconda, Dragon Ball Z, è stata trasmessa dal 1989 al 1996 e poi molte altre si sono succedute. L’ultima, annunciata lo scorso ottobre, realizzata, si dice, con un profondo coinvolgimento di Toriyama dovrebbe andare in onda nell’autunno di quest’anno e si intitolerà Dragon Ball Daima.

Ma qual è il motivo di questo enorme successo? Sicuramente la capacità di di Toriyama di realizzare le battaglie con personaggi potenti ma anche buffi e stravaganti sdrammatizzando in questo modo la violenza dei combattimenti anche se, con il passare del tempo, in alcuni casi le situazioni diventano più drammatiche. Alcuni dei personaggi più letali come Majinbu per esempio vengono rappresentati con una corporatura non certo da campioni, mentre altri, dal nome apparentemente letale come Mr Satan, sono in realtà dei cialtroni. Inoltre Goku non è un eroe a tutto tondo e spesso viene sconfitto, ma non rinuncia mai a continuare la lotta, spinto sia dallo spirito sportivo, che, in episodi più drammatici, di combattere per evitare la distruzione della Terra o addirittura dell’Universo. Quello di Toriyama è un meraviglioso gioco di fantasia che non smette e non smetterà mai di affascinare i ragazzi e anche quella parte di adulti cresciuti con lui.

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