Nella mostra “Peccati Blu” i peccati capitali di Ilaria Rezzi

Roma, 21 maggio 2024 – Durerà fino al 31 maggio prossimo la personale di arte contemporanea di Ilaria Rezzi, “Peccati Blu”, presso la Artesse Gallery di Roma (in Via di Ripetta 16). La sua è una interpretazione dei sette peccati capitali, riportati sulle tele con uno dei soggetti pop più amati dagli appassionati di cartoon anni ‘80, i Puffi, con una tecnica abile e potente che la avvicina a quella del Caravaggio.

Ilaria Rezzi ci porta nel suo regno incantato, esplorando l’anima umana attraverso una ricerca artistica che la accosta alla corrente pop surrealista. Nata nel 1978, la sua passione per i Puffi si mescola con un talento innato, trasformando i personaggi in archetipi umani sulle sue tele.

Ogni dipinto rappresenta un peccato capitale, esplorando la complessità simbolica e umana di ogni Puffo.

Il significato delle opere

Attraverso la mostra Rezzi invita a esplorare le profondità dell’anima umana, offrendo una riflessione su antiche culture e trasformazioni personali.

Un viaggio straordinario dove luce e fantasia si fondono in un’esplosione di significato e bellezza.

Partendo dalla tradizione esoterica che vedeva i peccati come ostacoli all’evoluzione personale e non una colpa da cercare all’interno di noi stessi Ilaria Rezzi ci guida in una lettura ampia arricchendo ciò che comunemente riteniamo vizi. 

Nell’ira, dipinge un Puffo intento a risolvere un cubo di Rubik, altro grande protagonista di allora e di oggi (il 2024 e proprio l’anno del cinquantesimo anniversario dell’invenzione del popolare gioco di abilità) il volto contratto dalla frustrazione e la mente bloccata, la chiusura mentale di cui parla appunto la tradizione esoterica.

La superbia è incarnata da un Puffo insignito del titolo di “Person of the Year” su una copertina del Time, un’icona del desiderio umano di riconoscimento e gloria.

L’avarizia è rappresentata da un Puffo solitario, seduto su un gruzzolo di tesori come un eremita su una cima di una montagna, anche qui la sfumatura dell’origine più antica come blocco evolutivo è l’isolamento sociale.

La lussuria, non solo intesa in senso sessuale ma come desiderio vorace di controllo, geniale rappresentazione del dipinto puzzle ricco di interpretazioni, dove non solo i Puffi si ergono come simboli di possesso e dominio.

La gola è raffigurata con una capacità rappresentativa tale, che le pietanze arrivano verso di noi e invitano a farsi assaggiare. La loro bellezza cela il pericolo dello spreco e del danno, che rimanda a chi butta via tutto quello che inizia, prigioniero del suo stesso desiderio insaziabile, incapace di trovare soddisfazione.

L’invidia è il Puffo che brama di saper fare ciò che non gli riesce. Imitando ciò che qualcun altro ha fatto, probabilmente senza aver scelto cosa ma semplicemente seguendo la moda.

L’accidia è rappresentata da libri non letti e una libreria a cui non si dà importanza, simbolo dell’indifferenza verso l’arricchimento intellettuale e il confronto interiore. È per questo che la storia esoterica vuole che l’accidia sia dei peccati il più simbolico tra i blocchi evolutivi, quello che raccoglie la mancata libertà di chi ci vuole ridotti in schiavitù. 

Attraverso la mostra personale presentata dalla galleria Artesse sui sette peccati capitali, Ilaria Rezzi ci invita a esplorare le profondità dell’anima umana, tracciando un percorso che affonda le radici nelle antiche culture pagane e cristiane.

Ogni opera è un portale verso mondi nascosti e verità sottili, un invito alla riflessione e alla trasformazione, senza dimenticare la parte leggera ludica e superficiale della realtà.

Uno straordinario viaggio attraverso la sua arte, dove la luce di Caravaggio e il fantastico dei Puffi si fondono in un’esplosione di significato e bellezza.

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