TOMORROWS – A Land of Water
L’esposizione TOMORROWS – A Land of Water, a cura di Jessica Bianchera e Marta Ferretti, ospitata da Fondazione Cariverona nelle storiche sale di Castel San Pietro, l’imponente fortezza che dall’alto abbraccia con lo sguardo tutta Verona, inaugura venerdì 11 ottobre alle ore 21.30 con live performance di Lorenzo Senni e dj set di Ritmica a cura di Path Festival, nell’ambito del programma “Art&TheCity” di ArtVerona 2024, e resta visitabile dal 12 ottobre fino al 10 novembre 2024.
La mostra presenta opere video e installazioni di DAVRA research collective (Saodat Ismailova, Madina Joldybek, Zumrad Mirzalieva), Lina Dib, Elena Mazzi e Alberta Whittle incentrate sul tema dell’acqua, elemento cruciale tanto nella sua fisicità quanto nei suoi significati simbolici, per un’analisi ad ampio raggio delle dinamiche legate alla crisi idrica anche in senso sociale e geopolitico.
Il progetto espositivo intende, infatti, proseguire il filone transdisciplinare Tomorrows, avviato lo scorso anno, per portare avanti la riflessione sulle attuali problematiche ambientali, confermando l’impegno di ricerca e divulgazione sulla crisi climatica in atto per stimolare, attraverso l’arte, considerazioni su nuovi futuri possibili per la vita sul nostro pianeta.
TOMORROWS – A Land of Water è, inoltre, tra le azioni di punta di Panta Rei, ampio progetto promosso quest’anno da Fondazione Cariverona fino a ottobre 2025, incentrato sul valore dell’acqua e sul problema dell’emergenza idrica, declinati in ambito universale con la mostra a Castel San Pietro e dal punto di vista territoriale con la mostra Panta Rei a Palazzo Pellegrini, la residenza d’artista di Oriana Persico e un vasto programma pubblico.
Da sempre emblema di vita e trasformazione, simbolo di purificazione dalla mitologia alla religione e sinonimo del fluire dell’esistenza, l’acqua assume un ruolo ancora più complesso e urgente laddove la scarsità di risorse idriche ne fa un tassello cruciale di equilibri geopolitici ed emergenze sociali. La crisi idrica mette in discussione la stessa sostenibilità del nostro mondo, minacciando la fonte primordiale da cui nascono tutte le forme di vita, vittima delle trasformazioni inarrestabili causate dall’azione antropica.
Il progetto invita, quindi, a riflettere non solo sul fascino e sull’importanza dell’acqua, ma soprattutto sulle sfide e sulle minacce che essa affronta. La crisi idrica diventa una metafora della più ampia crisi ambientale, richiamando l’attenzione sulla necessità di proteggere e preservare le risorse del nostro pianeta. L’arte si propone come mezzo per rileggere il passato, analizzare il presente ed esplorare scenari futuri, invitandoci a considerare la nostra responsabilità nell’affrontare la crisi ambientale e garantire un equilibrio sostenibile per la vita sulla Terra.
Azione cardine, dunque, la mostra TOMORROWS – A Land of Water a Castel San Pietro,che presenta i lavori di artiste internazionali, che attraverso il video e l’immagine in movimento, ma non solo, esplorano quattro casi emblematici nelle dinamiche tra la specie umana e l’ambiente, con particolare attenzione all’acqua.
Dall’Asia Centrale di DAVRA research collective (Saodat Ismailova, Madina Joldybek, Zumrad Mirzalieva) al Golfo del Messico con Lina Dib e dai ghiacci artici di Elena Mazzi al Mar dei Caraibi con Alberta Whittle, le complessità della crisi climatica intrecciano la storia passata, presente e futura della vita sul nostro pianeta, sottolineando l’urgenza di un cambiamento di rotta e di una maggiore consapevolezza collettiva. Addentrandoci nel percorso espositivo siamo tutti invitati a ripensare il rapporto tra la nostra specie e l’ambiente e a riconsiderare le dinamiche storiche e culturali che ci hanno condotti a questa crisi.
Dichiarano le curatrici: «La mostra TOMORROWS – A Land of Water rappresenta una riflessione urgente e necessaria sulla relazione tra l’essere umano e l’ambiente, mettendo in evidenza l’elemento dell’acqua come simbolo di vita, ma anche come testimonianza delle crisi ecologiche, sociali e geopolitiche che stiamo attraversando. Questo progetto prosegue il percorso iniziato lo scorso anno con TOMORROWS – Notes on the Future of the Earth, in cui abbiamo avviato una riflessione transdisciplinare sulle problematiche ambientali globali. Attraverso le opere di artiste internazionali, abbiamo voluto esplorare come le dinamiche storiche e culturali abbiano contribuito alla crisi idrica globale, stimolando una maggiore consapevolezza e responsabilità collettiva. Il nostro obiettivo è invitare il pubblico a ripensare il rapporto con l’acqua e a considerare l’importanza di un impegno concreto per la sostenibilità e la salvaguardia delle risorse naturali, per garantire un futuro possibile per tutte le forme di vita sulla Terra. L’arte diventa così uno strumento di indagine e trasformazione, capace di creare nuovi immaginari e soluzioni per affrontare le sfide del nostro tempo».
Sono, inoltre, in programma visite guidate gratuite il sabato e la domenica della durata di un’ora, con inizio alle ore 10.00, 12.00, 14.00 e 16.00 durante ArtVerona 2024, mentre nei weekend successivi alle ore 10.00, 14.00 e 16.00.
TOMORROWS – A Land of Water è un progetto di Fondazione Cariverona con Veronafiere S.p.A. – ArtVerona, Contemporanea – Università di Verona e Urbs Picta, patrocinato da Regione del Veneto e Comune di Verona, e realizzato in collaborazione con partner nazionali e internazionali, quali Accademia di Belle Arti statale di Verona, AGIVERONA, Careof, Path Festival e la media partnership di exibart.
Si ringraziano, inoltre: Pirelli HangarBicocca e in particolare Lucia Aspesi e Roberta Tenconi, Michelangelo Corsaro, Dono Abduraimova, Biennale Matter of Art 2024, National Gallery Prague – Trade Fair Palace, Lisson Gallery, The Modern Institute / Tony Weber Ltd., Glasgow, Collezione Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / museo Madre.
L’installazione Taming Women and Waters in Soviet Central Asia (2024) del collettivo di ricerca DAVRA, per questo progetto rappresentato da Saodat Ismailova, Madina Joldybek e Zumrad Mirzalieva, con la collaborazione di Ruxsora Karimova per i ricami, esplora le connessioni storiche tra lo sfruttamento dell’acqua per la monocoltura del cotone e lo sfruttamento del lavoro femminile nell’Asia centrale di epoca sovietica, a partire dal 1917. Il progetto, nato per la Biennale Matter of Art di Praga, è incentrato sul Grande Canale di Fergana, tra Uzbekistan e Tajikistan, e l’incessante spinta alla modernizzazione da parte del regime socialista, ed esamina la manipolazione intenzionale delle risorse idriche e delle donne a fini industriali, che portò inevitabilmente a gravi conseguenze ambientali e sociali, come possiamo osservare ancora oggi, ad esempio, nei paesaggi dell’Uzbekistan.
Dall’Asia ci si sposta, poi, sulla costa delGolfo del Texas con l’installazione audiovisiva interattivaTHRESHOLD (2017) di Lina Dib, sviluppata dall’artista con il supporto diTaylor Knapps per la programmazione. L’opera cattura il momento appena precedente il tramonto, in cui il cielo assume una sfumatura rosata, una sorta di soglia in cui qualcosa sta per accadere. Infatti, man mano che gli spettatori si avvicinano allo schermo, il video e l’audio rallentano, trasformandosi in un rimbombo profondo, mentre i colori si desaturano. Quando il video è quasi immobile, i corpi degli spettatori “liquefano” l’immagine, creando un’interazione unica. THRESHOLD è un omaggio a Wave di Thierry Kuntzel e a Sunsets di Andy Warhol: con questo lavoro l’artista esplora le specificità di un luogo e la nostra relazione con i sistemi naturali, parte di una serie più ampia di paesaggi tossici e seducenti. Basato su eventi come il disastro ambientale della BP del 2010, la più grande catastrofe ambientale nella storia degli Stati Uniti, e l’uragano Harvey del 2017, che ha riversato innumerevoli tossine nel Golfo, THRESHOLD riflette su come l’essere umano ormai si distanzi dalla natura in modi sempre più dannosi. L’opera suggerisce i nostri tentativi maldestri di controllare forze talmente immense da essere quasi impensabili, invitandoci a ripensare i concetti di potere, interconnessione, ecologia e casa.
Il viaggio prosegue nell’Artico con The upcoming Polar Silk Road (2021) di Elena Mazzi, cheanalizza il complesso intreccio tra economia, geopolitica, ecologia e mobilità all’interno delle regioni artiche maggiormente interessate dalle trasformazioni infrastrutturali e politiche legate alla Via Polare della Seta, con particolare attenzione all’Islanda. Questo asse, che connetterà Europa, Russia e Cina, si svilupperà come “rotta del nord” alternativa rispetto a quelle marittime tradizionali, sfruttando il sottosuolo dei mari artici, che contengono il 20% delle risorse globali del pianeta, tra cui petrolio, gas, uranio, oro, platino e zinco. L’opera video, attraverso una serie di interviste a politici locali, ricercatori, pescatori e allevatori, documenta i luoghi cardine di questa transizione, come ad esempio l’eventuale nuovo porto di Finnafjörður nel Nord-Est dell’Islanda e il vicino Istituto CIAO, nuovo osservatorio meteorologico-astronomico fondato per cementare l’accordo tra Cina e Islanda. Le interviste sono state rimodellate in un testo che accompagna le immagini, aggiungendo un ulteriore livello di lettura a metà tra finzione e realtà.
Infine, con between a whisper and a cry (2019) di Alberta Whittle raggiungiamo i Caraibi. L’installazione multimediale evoca il tipico paesaggio nativo della pluripremiata artista, nata nelle Antille: da “June gloom” a “October too soon”, mese per mese, la narrazione del video attraversa la stagione degli uragani. Con un collage di registrazioni d’archivio e filmati, l’opera evoca i fantasmi del colonialismo, della tratta transatlantica degli schiavi e della crisi climatica, mappando le storie, intrecciate tra loro, tra corpi e confini che legano l’impero alla catastrofe ambientale. Che si tratti di siccità o di inondazioni, l’acqua si rivela un luogo in grado di assorbire, affondare e trattenere questi fantasmi. Nella sua narrazione e presentazione, inoltre, l’opera fa riferimento al libro della studiosa Christina Sharpe In the Wake: On Blackness and Being, impegnandosi a descrivere l’anti-Blackness come una sorta di fenomeno quasi atmosferico, che oscilla e sommerge, infrangendosi come un’onda. Interrogando i ricordi e la vita che queste acque racchiudono, l’operachiede al pubblico di riflettere sui propri corpi e sul rapporto con gli effetti del colonialismo e della schiavitù, che ancora si ripercuotono all’esterno. Per l’artista questo lavoro costituisce quindi un’offerta, un atto di riparazione, un’insistenza sulla sopravvivenza e un invito alla liberazione.
Live performance e DJ set: A 10 YEARS PATH
In occasione del decennale di Path Festival, venerdì 11 ottobre alle ore 21.30 per l’opening della mostra TOMORROWS – A Land of Water a Castel San Pietro, torna a Verona Lorenzo Senni, ospite del primissimo live organizzato da Morse (l’associazione promotrice di Path) nell’ormai lontano 12 gennaio 2014. Nel corso di questi 10 anni Senni è, a tutti gli effetti, diventata una delle figure di spicco del panorama musicale contemporaneo, ne è prova il contratto con la casa discografica Warp per cui è uscito il suo ultimo lavoro Scacco Matto. Ha, inoltre, composto musica per cinema, teatro, TV e film, tra cui la colonna sonora per i film pluripremiati Da Vinci e The Challenge di Yuri Ancarani, la musica per la serie cult di Netflix Black Mirror, +/- Human e un documentario sulla casa di moda Fiorucci. Ha realizzato musica per Maserati, Fendi e Nike Ads. Dopo il live di Senni spazio al dj set di Ritmica, collettivo di DJs votato all’idea di un clubbing fresco e futuristico.
Panta Rei: mostra e programma pubblico
Anticipa la tematica di TOMORROWS – A Land of Water, stringendo il focus sulla città di Verona, la mostraPanta Rei, a cura di Jessica Bianchera, accolta negli spazi della sede di Fondazione Cariverona in Palazzo Pellegrini e visitabile fino al 30 agosto 2025, che celebra il rientro dopo una lunga assenza della Donna che nuota sott’acqua di Arturo Martini, a cui è dedicata un’intera project room. Con questo percorso espositivo si propone una riflessione sul rapporto tra Verona e l’Adige, attraverso una selezione di ventuno opere della collezione di Fondazione Cariverona che vanno dai primi del Settecento alla metà del Novecento. Con le opere d’arte, la residenza dell’artista e ricercatrice Oriana Persico e azioni specifiche del programma pubblico si intende, così, indagare il tema delle acque urbane nel passaggio da un rapporto simbiotico a un rapporto oppositivo, osservando le trasformazioni della città scaligera in relazione al suo fiume.
Il vasto programma pubblico, promosso da Fondazione Cariverona nell’ambito delle attività istituzionali focalizzate a generare un cambiamento positivo e di crescita nei territori di riferimento, e curato da Urbs Picta, intercetta i focus di indagine di entrambe le esposizioni articolandosi in un convegno, un progetto di mediazione culturale, laboratori per scuole e famiglie, tavole rotonde, concerti e una rassegna cinematografica in collaborazione con numerosi enti territoriali quali Veronafiere S.p.A. – ArtVerona, Contemporanea – Università di Verona, Accademia di Belle Arti statale di Verona, Conservatorio di Verona “Evaristo Felice Dall’Abaco”, DiplomArt – Bridge Film Festival, Her: She Loves Data.
Tomorrows UniCredit residency and production award
Nel contesto di ArtVerona 2024 ritorna, per la sua seconda edizione, anche Tomorrows UniCredit residency and production award, a cui è possibile candidarsi fino al 15 dicembre 2024.Il premio di residenza e produzione, sostenuto da UniCredit,è rivolto ad artiste, artisti e collettivi rappresentati da gallerie partecipanti ad ArtVerona 2024, invitati a presentare un progetto transdisciplinare che preveda periodi di residenza in Italia e/o all’estero in collaborazione con esperti nel campo dell’ecologia e della sostenibilità. Il fine è la produzione di un’opera o un ciclo di opere da presentare ad ArtVerona 2025, che entrerà poi a far parte della prestigiosa UniCredit Art Collection.